Le classificazioni: Italia, Europa e Francia

Siccome siamo orientati ai piccoli produttori, sia italiani che francesi, con una grande attenzione alla qualità, ci sembrava giusto fare un breve articolo che spiegasse le differenze tra le varie denominazioni, magari facendo un breve paragone.

Lo scopo della classificazione, sia a livello europeo che a livello italiano, è quella di cercare di creare una piramide della qualità, in modo che più si sale nella piramide più sia di qualità il prodotto che acquistiamo: come possiamo vedere nell’immagine sotto, man mano che si sale aumentano i requisiti. 

Alla base ci sono i vini da tavola, i vini generici oppure per la Francia i Vin de Table: questi sono prodotti per i quali non si indica né l’annata né il vitigno. Sono prodotti di fascia bassa che non tratteremo né in questo blog né nel nostro negozio.

Salendo, come vedremo poi, in questo passaggio abbiamo il salto qualitativo maggiore tra le varie classificazioni, ci sono i vini IGT (Indicazione Geografica Tipica) per la norma italiana o IGP (Indicazione Geografica Protetta) per la più moderna classificazione europea, oppure Vins de Pays in Francia. In questo caso è possibile specificare l’anno della vendemmia, il vitigno, la zona e la sottozona di produzione. 

Infine in cima alla piramide ci sono i DOC e DOCG per la normativa italiana, i DOP per la normativa europea e gli AOC e i VDQS per quella francese. In questo caso esistono dei disciplinari di produzioni, che impongono rese in vigna e in cantina limitate, minimi di invecchiamento, analisi sui vini ottenuti,… In molti casi poi si possono indicare zone sempre più ristrette di territorio per qualificare maggiormente il proprio prodotto. In Italia sono le sottozone, in Francia i CRU: sono espressioni massime del territorio, che rappresentano particolarità microclimatiche e del terreno (il famoso Terroir francese).

Ma a questo punto sorge la domanda: è sempre meglio un DOP/DOC/AOC di un IGT/Vin De Pays?

Dipende!

Dipende da tantissimi fattori, primo tra tutti dal fatto che un disciplinare DOC può essere molto rigido sugli uvaggi e le percentuali degli stessi che si possono usare, mentre se una cantina vuole sperimentare nuovi prodotti la strada obbligata è quella di partire da un IGT/IGP…

Quindi bisogna sempre essere curiosi, sperimentare, parlare e informarsi su ogni prodotto…